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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

Conversazione con il pittore - 5a parte

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Mario Paravano- Spazi Cubismo, avanguardia, astrattismo...insomma un sacco di carne al fuoco. Pensi realmente che ci sia "autonomia" in queste correnti? Dal punto di vista espressivo penso di sì, che poi il mercato  fagociti facendo perdere anima e spessore a tutto è purtroppo la triste realtà ed è altra questione. Rimaniamo fuori dal rapporto mercato/arte e concentriamoci sui cambiamenti. C'è un libro di David Hockney in cui si descrive il lavoro del Picasso cubista.  Nel suo libro Hockney fa una disanima della fotografia, cogliendone alcuni suoi limiti, e dell'opera cubista di Braque e Picasso. Scrive: " Leggendo quello che i critici hanno scritto su un tale movimento, si incontrano discussioni relative all'intersecarsi  di piani e argomenti simili, come se il cubismo analizzasse la struttura dell'oggetto. Ma il cubismo analizza piuttosto la struttura della visione dell'oggetto. Se in un quadro cubista ci sono tre nasi, non è perché il viso ha tre n

Invito al viaggio, il Perù.

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  Se mai vi capiterà di fare un viaggio in Perù tra i posti da vedere, sicuramente, ci metterete il lago Titikaka. Io ci sono arrivato viaggiando su una vecchia auto americana, una di quelle con sulla parte posteriore un paio di ali di metallo a forma di pipistrello su cui poggiano gli stop. Una specie di batmobile. Auto dagli interni enormi in pelle consumata ed in compagnia di un autista "gordo" e simpatico. Dal finestrino vedevo scorrere valli verdi, infinite. Il ritorno è stato uno sballo, fatto di sera con il sole che se ne andava piano. Dai declivi in fila i contadini tornavano nei loro villaggi, li osservavo sgranarsi lungo le discese e di corsa affrettarsi verso casa. Uomini e donne in fila. Queste ultime con l'immancabile coperta sulla schiena ad ospitare un bambino che dormiva. I fuochi venivano accesi all'interno delle abitazioni e li intravedevo passando con il taxi su strade fatte da mille ciotoli. Forse era solo suggestione ma la sensazione era di una p

Conversazione con il pittore - 4a parte

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   Mario Paravano-esercizio n°81 Dvorak Eccoci qua, forse è il momento di passare a questioni più complicate. Introduciamo qualche elemento in più su questo stravolgimento dei canoni dell'arte? Sì, non è semplice. Ma, poiché qua non stiamo facendo una sorta di storia dell'arte dal punto di vista cronologico, possiamo anche permetterci il lusso di spaziare tra le varie correnti saltando da un periodo all'altro. Secondo te qual è il momento che segna in modo netto ed inequivocabile questo passaggio? Intendiamo il momento in cui l'arte trova, anche se a fatica, una sua autonomia nel modo in cui si esprime dal punto di vista dei contenuti, a quello dell'uso dei materiali e al suo posizionarsi in ciò che accade in giro per il mondo. Beh, secondo me non c'è una sorta di taglio netto. E' un progressivo e lento incedere. Abbiamo già detto che l'impressionismo è stato un punto di svolta per quanto riguarda il fissare con uno sguardo nuovo i colori sulla tela. L&#

Maurizio Ferrari e la parabola del resistente

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  Maurizio Ferrari è un compagno che ha trascorso diversi decenni nelle patrie galere. Ha occhi azzurri, capelli che sono diventati radi e bianchi ed una barba bianca. Quando lo incontrai, tempo fa, davanti a Palazzo Nuovo per parlare di alcune cose lo trovai immobile nell'unico spicchio di sole disponibile, in quella giornata, a scaldarsi le ossa. Un paio di bermuda, due pedule, uno zainetto ed una maglietta bianca. Mi riportò alla memoria quello che, tanto tempo fa, ascoltavo nei discorsi di uno più vecchio di me : non abbiamo bisogno di molto, l'essenziale te lo porti dentro. Il resto serve a coprirti e riparati dal freddo. L'ultima volta che l'ho ascoltato è stato sotto un tendone in cui si narrava di una giornata di lotta di tanti anni fa qui a Torino. Ci parlò del carcere, di chi ci stava dentro e ci invitò ad andare fin sotto le mura delle Vallette a fare sentire la nostra solidarietà a chi stava lì. Uno che non molla un attimo. Mi sono appuntato questi ricordi q

Conversazione con il pittore - 3a parte

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  Tracce sulla spiaggia-Mario Paravano Quindi qual è il ruolo dell'arte? L'arte da sempre si è mossa in sincrono con ciò che accadeva nella società, è stata la fotografia di rapporti di potere ingessati per tanti secoli. Rapporti nei quali dominavano quelle forze rappresentanti élite o centri di potere che mutavano solo in base a chi riusciva a dominare l'avversario sul campo di battaglia. Ecco, il campo di battaglia era la sintesi finale dello scontro. Quindi che fai in quanto artista? Omaggi chi detiene il potere, racconti le sue gesta, fai divulgazione al popolo analfabeta del messaggio che secondo te sta dentro un libro che necessita di essere spiegato e che regola secondo la legge divina il modo in cui convivere, indicando nello stesso tempo la gerarchia sociale e il proprio ruolo e posto nella stessa.  L'arte in qualche modo è al servizio e non trova aree "libere" nelle quali potersi esprimere secondo quella che è la sensibilità, o una sua reinterpretazi

Conversazione con il pittore - 2a parte

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  Quindi secondo te uno che dipinge dovrebbe avere una funzione, per così dire, "politica" e ideologica, in cui sono celebrate le "masse" di individui che vivono in un determinato spazio?  Uno che dipinge, secondo me, deve essere libero di esprimersi per ciò che sente e in sintonia con se stesso. Non deve essere al servizio di nessuno. Detto questo credo che sia indicativo il fatto che per migliaia di anni l'arte ha rappresentato i simboli di potere di un vertice che dominava su tutto e su tutti gli aspetti della vita delle persone. La fine dell'ottocento e il secolo scorso, da questo punto di vista, hanno operato una rottura rispetto al passato e al modo di esprimersi. Noi ammiriamo l'arte classica per la qualità e la bellezza delle opere che ha espresso, l'arte medievale per la testimonianza che ha lasciato in un periodo durato mille anni circa, e così via. Però quando ci poniamo di fronte ad un quadro espressione di  di un tempo diverso e più vici

Conversazione con il pittore - parte 1a

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  Buongiorno, da cosa partiamo? Boh, io sono l'invitato. Mi dica lei. Intanto diciamo che questa è una sorta di auto intervista, una conversazione con te stesso. Siamo passati al tu, compagno? Sì, mi interrogo sul senso del mettersi lì a tracciare linee su un foglio di carta, di riempire di colori una tela. Di interrompere e riprendere un lavoro sempre con la stessa sordida insoddisfazione per quello che faccio. Un quadro o un disegno è una sorta di working in progress che non dovrebbe finire mai.  Come definiresti cosa è arte e cosa non lo è? Tutto ciò che è manifestazione della fantasia, della abilità di un soggetto che ha il potere e la capacità di portarti in un circolo virtuoso di sensazioni. Che sia in grado di farti staccare da terra con il cervello, che ti paralizzi per un attimo nell'osservazione o nell'ascolto e che, soprattutto, scombini il mondo ordinato con cui rappresenti la realtà che ti circonda. Non è arte il contrario, la banalità e il conformismo qualsias

Appunti per i guerrafondai.

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  "L'ebbrezza della morte verrà in verità: "Questo era quello che cercavi di evitare" (Corano,L:19) - "...il che ci dà in media un morto tedesco ogni 40,8 secondi, un morto ebreo ogni 24 secondi, e un morto bolscevico ogni 4,6 secondi sul totale del detto periodo. Ora siete in grado di effettuare, a partire da queste cifre, qualche concreto esercizio di immaginazione. Prendete per esempio in mano un orologio e contate un morto, due morti, tre morti ecc. ogni 4,6 secondi, tentando di figurarvi, come se fossero lì di fronte a voi, in fila, quegli uno, due, tre morti. Vedrete, è un buon esercizio di meditazione. Oppure prendete un'altra catastrofe più recente, che vi abbia fortemente colpito, e fate il paragone. Per esempio, se siete francesi, considerate la piccola avventura algerina, che tanto ha traumatizzato i vostri concittadini. Ci avete perduto 25.000 uomini in sette anni, incidenti compresi: l'equivalente di un po' meno di un giorno e tredici or

Pablo Picasso e l'intervista impossibile.

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  L’incontro Buongiorno Pablo. Buongiorno, perché questa chiacchierata? Non c’è un perché, in realtà ce ne sono tanti. Vorrei ripercorrere con lei un po’ della sua esperienza, giù da noi. E’ vissuto tanto, ha prodotto tanto, si è sempre parlato molto di lei e così ho pensato di indagare meglio su qualche aspetto della sua vita. Indagare è un verbo che mi indispone.  Cosa pensa di aggiungere al tanto che hanno scritto di me. In 90 e passa anni di vita c’è di tutto, come nella vita di tanti. Il punto è che quando sei così visibile la lama della morale è sempre pronta là a tagliuzzarti.  Da morto vorrei essere lasciato in pace. Avete i miei quadri e tutto il resto,  fateveli bastare. Stalin Proprio tutto no. Ad esempio il disegno di Stalin è sparito.  Ah, Stalin. Sa, mi hanno attribuito una frase quando morì. Seppi che quel ritratto non era stato gradito. Si era in pieno clima di guerra fredda e qualcuno scrisse che avrei detto una roba tipo ” mi sono presentato al funerale con un mazzo d

Coubert, l'arte e la comune di Parigi- Le interviste impossibili.

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  -Buongiorno signor Coubert, da cosa iniziamo? Parliamo di rivoluzione e Comune di Parigi o solo di arte? Le due cose secondo lei sono indipendenti? O almeno, lo sono state nel percorso che ho fatto tra le vostre cose terrene? Io non penso. Le mie opere, e tutta la mia vita sono lì a testimoniarlo. E poi, mi scusi, perché viene a scomodare me, un pittore che ormai è solo memoria per qualcuno? Non ci sono personaggi più interessanti da far conoscere a quelli che frequenta lei? –  Lei è particolare signor Coubert. Uno come lei, in questi tempi che noi terreni passiamo quasi in letargo e fuori da contese che avevano l’ambizione di cambiare il mondo, è proprio uno speciale. Facciamo così, non farò domande, si racconti. Insomma, ci dica qualcosa. Le risparmio la parte più biografica, quella roba che ha a che fare con nascita, famiglia, studi e cose così. E’ roba noiosa. Che dire del resto? Ci abbiamo provato ed è andata male. L’arte secondo Coubert -Sì, però qualcosa sulla sua arte… Menoma