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Critica del libro di Tremonti

Fonte:http://crisis.blogosfere.it/ Terzo in classifica assoluta, primo in classifica per la saggistica, il libro " La paura e la speranza" di Giulio Tremonti è un bello scossone. L'ho appena finito, e ho appieno la sensazione di averne letti due, di libri. Il primo, che corrisponde alla prima parte, è una lucida analisi della catastrofe a cui stiamo andando incontro a testa bassa. Sembra impossibile leggere Tremonti che scrive cose tipo: Come se l'universo fosse un supermercato, stiamo consumando il futuro dei nostri figli, con il rischio di farlo tanto in fretta da vedere noi stessi il risultato delle nostre azioni. Parla di fine delle risorse, parla di disastri ambientali, parla di crolli finanziari imminenti. Parla di banche rapaci, di consumismo dissennato, di politica compiacente. Responsabile la globalizzazione, e quello che Tremonti chiama "mercatismo", lapalissiano sinonimo di liberismo che lo stesso autore sa di non potere mettere apertamente in...

Paradisi esotici per investirori 2

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Per quanti guardano ai fatti di casa nostra come all'ombelico del mondo, continuiamo con la rassegna internazionale di cosa si muove in giro per il mondo. E' forse anche l'occasione per qualche ragazzotto di scoprire nuovi orizzonti e farsi venire in mente qualche idea che concretizzi qualcuna delle magnifiche opportunità presenti nel globo. Ieri era il Messico con le sue fabbriche per nuovi schiavi. Un posto dove la destra al potere non si pone tanto il problema dell'ordine pubblico quando a crepare sono i diseredati. Oggi tocca al Brasile.Non si parla di spiagge ma di movimenti di contadini in lotta. Cazzo di categorie ottocentesche. Magari abbiamo bisogno di rivedere alcune cose però il sospetto è che giri un pò d'informazione interessata d ideologica sulla necessità di superare il muro del conflitto. Sarà...."sarà che guardandoci intorno continuiamo a coltivarlo questo maledetto muro". Fonte :alacalle. Il conflitto per la terra in Brasile è il lascito ...

Paradisi esotici per investirori

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A Ciudad Juarez ,ogni settimana, una donna sparisce e di lei non se ne sa piu' nulla. Le cronache ufficiali parlano di piu' di 470 omicidi e circa 600 sparizioni. Le vittime sono giovani di eta' compresa tra i 15 e i 25 anni . Molte di loro lavoravano come operaie nelle numerose fabbriche che assemblano, per societa' multinazionali, prodotti per l'esportazione ( maquiladoras ). Questi insediamenti industriali costituiscono la fonte principale di sostentamento per gli/le abitanti della citta'. Il salario delle operaie impiegate nelle maquiladoras, è di circa 4$ US al giorno per dieci ore di lavoro. Le maquiladora sono stabilimenti industriali posseduti o controllati da soggetti stranieri, in cui avvengono trasformazioni o assemblaggi di componenti temporaneamente esportati da altri paesi industrializzati in un regime di duty free ed esenzione fiscale. I prodotti assemblati o trasformati vengono esportati all'estero. Le maquiladoras attingono manodopera ...

Chi è pronto a momenti di sacrifici?

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Era il 1887, il26 gennaio.La targa nella fotografia parla di quattro soldati siciliani che quel giorno morirono a Dogali, in Eritrea, insieme ad altri 400 compagni. Li possiamo immaginare nella canicola provare a resistere.Ad impedire che la morte si presentasse lì ad aspettare la fine del loro viaggio. Come sarà stata la loro vita non lo sappiamo.Quale la loro classe sociale solo immaginare.Forse "cafoni" con le mani callose, o muratori o gente destinata ad emigrare per trovare fortuna ed un'altra vita. Quello che leggiamo sono le solite parole tronfie della retorica dei buoni contro i "barbari" abissini. Cosa avranno avuto da gioire le madri al "novo esempio d'eroismo" non lo sappiamo. Pensiamo che abbiano pianto, al contrario, la mancanza di braccia in grado di sfamare le loro famiglie. C'è una retorica che anticipa di un po' quella degli otto milioni di baionette e che fa da prologo alla mattanza della guerra del 1915. Un modo di raccon...

OGGI 25 APRILE

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BUONA RESISTENZA

Il guanto di velluto della Marcegaglia

La signora Marcegaglia, quella che si fa fotografare in bici con il marito abbronzato e la figlioletta sulla canna, detta la linea. Dopo aver fatto la classica premessa da buona madre di famiglia, "Noi crediamo al ruolo del sindacato", ha scoperto in men che non si dica quelli che sono gli obiettivi confindustriali. 1- rinegoziare un forte alleggerimento normativo ed economico del contratto nazionale 2- punto 1 premessa per la possibilità di valorizzare il lavoro e le scelte dell'individuo 3- più forza al secondo livello di contrattazione con, magari (citazione di Marcegaglia), con le gratifiche individuali Meno interesse c'è per argomenti tipo l'abolizione dell'articolo 18 o la riforma delle pensioni. In compenso, Confindustria, chiede la cancellazione delle sanzioni contro i datori di lavoro nel caso delle morti bianche e propone una "vasta campagna" con "corsi di formazione aziendale per responsabilizzare imprenditori e sindacalisti" Mar...

Ali-taglia

Di oggi è la notizia che il berlusca pensa a tagliare qualche migliaio di posti di lavoro in Alitalia. Adesso sono tutti lì a stracciarsi le vesti. La domanda è "ma cosa avrebbe fatto di diverso quel signore con l'accento francese?" Io penso nulla. Quando si fece l'Hub di Malpensa gli unici ad opporsi, a quella specie di cattedrale nel deserto, furono un pò di ecologisti preoccupati dell'impatto ambientale e gli abitanti della zona che temevano per la propria quiete. Frotte di brillanti economisti, supportati da uno studio della Bocconi, si affrettarono a spiegare che quella era un'occasione da non perdere.Decine di migliaia di potenziali clienti per l'area, migliaia di posti di lavoro. Bene, il risultato è servito su un piatto d'argento. Da una parte una struttura ridondante ed inutile rispetto ai numeri veri, dall'altra parte una compagnia di bandiera sull'orlo del fallimento. Quando la qualità, di chi amministra, è scarsa conta poco che ques...