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Visualizzazione dei post da maggio, 2009

Il diritto dei figli di difendere i genitori, il dovere nostro di mandarli a fanculo

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La vicenda farsesca di berlusconi padre,oggetto degli strali di Franceschini , merita solo qualche semplice copia ed incolla affinché rimanga ai figli la possibilità di difendere l'onore dei genitori. Per questo lasciamo la parola a quella poveraccia di Marina Berlusconi a cui forse il famoso stalliere strigliò il pony, alla figlia di quel gentleman di Totò Riina e,per finire, alla figlia di Benitone Mussolini. Quella a cui il padre,per amor di patria, fucilò il marito; che entra di sbieco in un' interessante articolo di Pieroni Alfredo sull'Unità. «Ma quale diritto ha di dire anche una parola, una sola, su Berlusconi padre? Io questo diritto ce l'ho e stavolta non intendo restar zitta. Vuol fare una domanda agli italiani? Gli rispondo da italiana, che è mamma e che ha avuto la fortuna di avere un genitore come Silvio Berlusconi. E parlo di fortuna non per il cognome che porta o per quello che ha fatto, ma per il padre che è stato e che è. Mio padre ha sempre la

Numeri,economia dei poveri e prese per il culo

Partiamo dall'economia dei poveri e dal riscaldamento delle abitazioni. Questa mattina l'ANACI ha messo un bel annuncio sulla Stampa in cui spiega che "contrariamente a quanto inteso da molti utenti, la gestione 2008/2009 si chiuderà con un aumento del costo (per gli utenti), rispetto a quanto preventivato lo scorso Ottobre, intorno al 20%" In ragione di " una lievitazione dei costi (aprile 2008-marzo 2009) del 15-18%. Questo perché "la riduzione dei prezzi (di metano, gasolio e teleriscaldamento) è scattata a partire da Aprile 2009" e, tanto per pararsi il culo, prosegue scrivendo che " Il risparmio si vedrà, SALVO ULTERIORI E NON PREVENTIVABILI AUMENTI DEI PREZZI, il prossimo inverno" A parte lo scostamento sull'aumento dei costi (è del 15 o del 18% ?) ed il ribaltamento del 20% sui consumatori (con un margine incrementale che oscilla tra un 5 ed un 2%), qualcuno ha capito perché e secondo quali calcoli le famiglie ne avrebbero avuto

Polemica con il Manifesto

21.05.2009 Potenza dell'Onda. Il conflitto picchia dove la sinistra trema! movimenti Che la Sinistra non stesse troppo bene lo sapevamo da tempo; che il Manifesto avesse scelto -non da ieri - di bocciare, occultare e (freudianamente) rimuovere ogni pratica ed espressione di radicalismo che andasse aldilà dell'intenzione, anche. Certo non ci si poteva aspettare che una critica un po' più dura sulle sue scelte editoriali scatenasse un'offesa tanto solenne. L'isteria sembra molto più di casa in via Tomacelli che nella penna di Raparelli che ha espresso - senza troppi fronzoli - un sentimento condiviso dalla pressoché quasi totalità dei/lle partecipanti al corteo di martedì. Una riunione pre-corteo decideva la volontà di violare la Zona Rossa. Un'assemblea pubblica a fine giornata registrava l'assunzione complessiva (di tutte le città presenti) delle pratiche mese in campo. Quello che il "quotid

Sinistra con la puzza sotto il naso, qualunquismo e ricerca della felicità

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Qualche tempo fa lessi un post in cui si scriveva che la politica, il risolvere questioni complesse, trattare di economia, consumare meno e meglio etc. non coincide con la soluzione di problemi di ordine individuale ed esistenziale. In sostanza, rendere "più giusto" questo mondo non necessariamente coincide con la felicità del singolo (chiedo venia per la ricostruzione sommaria del pensiero). Credo che in questo ci sia del vero. Fossimo, per assurdo, in una condizione migliore, avremmo (forse) meno gente incazzata. Ma questo significa che di gente incazzata con questo e con quello, con quel tipo di giustizia che rende tutti uguali (ad esempio), con una economia che non classifica i meriti in funzione della sola variabile retributiva e con lo status sociale, ecco anche fossimo in quella condizione, quella gente rimarrebbe lì ostinatamente a testimoniare che la felicità non è di questo mondo e che, in qualche modo, persiste la necessità di pensare ad altro e percorrere altre

Dopo il 19 aspettando il G8 a l'Aquila

Fonte: http://www.infoaut.org/ Va ora in Onda il conflitto [+gallery] saperi   A poche ore dal termine della manifestazione odierna contro il G8 dei Rettori, non è semplice trarre un bilancio della mobilitazione, ma rispetto ad altre volte, questa, e non perchè ultima in ordine cronologico, si è auto-narrata nel corso della giornata. A mesi di distanza dall'autunno che ha visto la nascita di un nuovo movimento degli studenti non era facile riportare in piazza, se non i numeri, la voglia e il protagonismo che hanno caratterizzato la crescita dell'Onda, che fin dai suoi albori ha saputo coniugare la "controriforma dell'università" ad un discorso più ampio sulla crisi, con i suoi costi e le sue responsabilità, sapendo saldare la lotta tra studenti medi e universitari, uscendo dalle scuole e dalle università, interlacciando rapporti di conflitto con le metropoli e la loro produzione fluida. Non era semplice eppure, oggi migliaia di universitari e universitarie, studen

Cronaca

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-14.40 ASCOLTA LE PRIME CONCLUSIONI DI GIANLUCA (ONDA ANOMALA TO/INFOAUT). -14.20 L'onda è in assemblea all'università. Un'elicottero sorveglia dall'alto e le forze dell'ordine si preparano a presidiare la zona circostante[ ascolta la corrispondenza di radio onda d'urto ] -14.00 la manifestazione torna per il centro, attraversando la città verso Palazzo Nuovo e il Block G8 Building. Un primo bilancio parla di due agenti contusi -13.40 il corteo si sta ricompattando e si sta difendendo con casonetti usati come barricata. I lacrimogeni sono ancora impressionanti. -13.35 il corteo ripiega su via Nizza - ASCOLTA LA DIRETTA DEI PRIMI SCONTRI CON GIANLUCA in collegamento con RBO prima parte - seconda parte - 13.28 - TORINO BLOCK G8 BARRICATE CONTRO LA POLIZIA I compagni fanno barricate, la polizia cerca nuovamente di caricare ma trova una dura resistenza e si ferma. manuel di Radio Onda d'Urto [ Scarica il contributo audio, durata: 2 min. ]

Che domani ci aspetta? Quello che costruiamo oggi.

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Ieri a Torino c'è stata una manifestazione non programmata dell'onda. Studenti, precari e ricercatori si sono ritrovati in centro. Diverse centinaia  di ragazzi hanno occupato le vie del centro ed hanno mandato di traverso la passeggiata a più di un torinese. Nella stessa giornata una melassa indistinta di giovani, vecchi e famiglie hanno occupato piazza S.Carlo ed hanno assistito allo spettacolo della De Filippi. Sul palco gli eroi del grande fratello.Più o meno 50.000 persone dice la stampa. Questa mattina corso Massimo D'Azeglio è stato occupato, il traffico bloccato e ci sono stati scontri con la polizia. Niente di grave.  Vi saprò dire di quello che accadrà domani perché andrò con loro.    Ci sono due Italie? Una maggioranza silenziosa, senza pensieri con la voglia di divertirsi e guardare al futuro pensando solo a come tirare fino al prossimo giorno? Un'Italia che non si interroga di nulla, che reagisce solo in funzione di ciò che l'onda emotiva del momento la

Quando la lotta diventa dura i burocrati parlano d'altro

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La vicenda della contestazione a Rinaldini, ed agli oratori che si sono succeduti sul palco a Torino, viene ricostruita dai media come l'occasione per sottolineare l'irresponsabilità di chi usa metodi violenti per prendere la parola. In questa cappa di piombo che avvolge il mondo delle relazioni sindacali, delle modalità in cui si stanno ristrutturando le aziende approfittando della crisi e di come i costi sociali verranno e vengono pagati dai soliti noti, l'informazione sfrutta la sua funzione di cavallo di troia di formazione delle coscienze per raccontare a modo suo come si svolgono i fatti. Isolato dal contesto in cui è avvenuto, un episodio può essere manipolato al meglio per offrire una visione della realtà che si limita allo spazio in cui l'immagine viene messa a fuoco, lasciando sfuocato ed invisibile il resto. Anche Sofri, dall'angolo della sua cella, non ha perso l'occasione per scrivere un articolo inutile al riguardo su Repubblica. Ieri davanti al pa

Meglio radical chic che radical choc

Copio questo pezzo di Ilvo Diamanti da Repubblica perché lo condivido in pieno. Meglio Radical chic che Radical choc Ma basta! Difendere gli accattoni, i poveracci, i malandrini, gli stranieri, gli immigrati. Basta. E basta: aprire le porte al mondo. Fare entrare gli stranieri a casa nostra. Com'è avvenuto fino ad oggi per colpa - appunto - della sinistra. Come ha scandito il "Berlusconi radical choc", pochi giorni fa. Anche se - ma forse la memoria non ci aiuta - la legge in vigore fino ad oggi è denominata "Bossi-Fini". E si riferisce al Bossi di sempre e al Fini di qualche anno fa. Prima che cambiasse ruolo e identità. Lui sì: convertito.  E' vero: la sinistra è impopolare, perché non la votano più neppure gli operai. Perché è lontana dal popolo. Radical chic. Non vincerà mai se non ascolterà il suo popolo. Come sa fare la Lega. Tallonata da Berlusconi, che magari non passa il tempo nei bar di paese, come i leghisti, ma ha un paio di sondaggi al giorno ch

La crisi morde ma noi balliamo in piazza.

La Graziano trasmissioni ha 1.200 lavoratori in esubero, la Dolmer ne ha licenziati 89. Trenta lavoratori, di un'azienda che lavora in subappalto per la SDA, sono senza stipendio da Marzo. La loro cooperativa è stata di fatto licenziata e loro perderanno il lavoro. Altri 75 operai ,appartenenti a due aziende di costruzioni, non vengono pagati da sei mesi e le loro aziende sono di fatto fallite. Nella lunga catena dei subappalti pubblici sono la parte  più debole, se il capocommessa contesta qualcosa nello svolgimento dei lavori  i primi che pagano sono loro. In attesa che il contenzioso si dirima rimangono senza soldi e senza lavoro.  A cuneo la Saint Gobein ha dichiarato che licenzierà 650 lavoratori. L'Ilva di Novi Ligure riduce la produzione del 50%. Queste sono solo alcune delle cifre della ricaduta della crisi qui a Torino ed in Piemonte. Una frazione di ciò che accade. La cassa integrazione, mese su mese, ha avuto un incremento del 1.200%.  L'aria è plumbea, piove e q

Stare in galera da sei anni nel mondo delle democrazie asimmetriche

C'è un uomo che da sei anni è in galera in Marocco. Il filmato che propongo racconta la sua storia. In epoca di insicurezza, guerra al "terrorismo" su scala planetaria e contro le "insorgenze", come le ha definite ieri Massimo D'Alema,il suo caso non occupa spazi sui giornali. Ne approfittiamo per concedergli il nostro. E' poca cosa. Basta per mantenere aperto un buco nel muro che hanno costruito. Sarà sufficiente per lavorarci con i picconi e buttarlo giù.

E' solo un normale paese di merda, con gente normale

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Fassino è uno che in tempi non sospetti, quando ancora doveva laurearsi e comunque faceva il ministro, disse che il subcomandante Marcos non lo interessava perché a lui non piaceva  zorro. Non eravamo ancora immersi nella merda fino alle orecchie. Ci arrivava solo fino al collo, e questo ci permetteva di ruminare tranquillamente e dare un occhiata al paesaggio in modo annoiato. Oggi è lì che ci racconta che lui "è uno di quelli che gli accordi con Tripoli li ha firmati e quindi condivide la politica dei respingimenti, macheperò è contro Berlusconi perché non gli piace il clima." Questo qui, estimatore dello stato sionista e suo fan, è parente stretto di quell'altro che cianciava della necessità di parlare al paese semplice. La storia lo ha cancellato e di lui ricordiamo solo le case in cui abita agiatamente, oltre allo scempio che ha contribuito a creare con le sue campagne xenofobe per non perdere Roma e stare dietro al protofascista zen Alemanno. Qualcuno aveva

Uccidere un anarchico non è reato, come la povertà.

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Il 7 Maggio è il giorno della ricorrenza dell'uccisione per mano della polizia di Serantin i. Era il 1972. Nessun presidente della repubblica accoglierà mai un suo parente perché Franco era solo e di parenti ho idea non ne avesse più. A Torino c'è una strada che si chiamava via Pisa; dal 7 di maggio si chiama via Franco Serantini. Non c'è stata nessuna commemorazione e non c'erano corone di fiori. Solo un gruppo di compagni che che ha cancellato un  nome e ne ha vergato un altro al suo posto. Il suo. Nella stessa strada c'è una casa disabitata da anni. E' proprietà di un ente pubblico o del comune, non ricordo. Qualcuno un giorno pensò che forse era giusto occuparla e metterci delle famiglie rom. Ripulire le stanze, attrezzare una cucina e fare uno spazio per i giochi dei bambini. Una mattina presto le stanze si illuminarono di luci blu, intermittenti. Uomini grandi e grossi con elmi e scudi  di plastica rimisero sulla strada donne, uomini, vecchi e bambini. Per

Parlare agli operai

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Da un po' di tempo c'è in giro l'abitudine di stare a lì a fare le pulci alla "sinistra" perché non è in grado di parlare ,e quindi rappresentare, agli operai ed al "popolo" in generale. Si dice e si scrive che si è perso il contato con la gente. La questione è, dal mio punto di vista: ma che cazzo gli dobbiamo raccontare al popolo, agli operai. Quali contenuti dovremmo sviluppare? Capisco l'esigenza di dare lezioni sempre, però dentro la lezione mettiamoci anche un po' di contenuti. Proviamo a fare l'elenco delle questioni. Solo alcune. 1- Precarietà ed accesso al mondo del lavoro Senza stare lì a fare tanti ghirigori tanto per andare al sodo, modelli Treu, Brunetta, Ichino o cosa? 2- Diritti civili, immigrazione etc. Anche lì, modello Binetti, clericale ed anti Englaro o cosa? Ed in materia di immigrazione, modello bolognese alla Cofferati, leghista alla Maroni, democratico come il sindaco che permette di chiedere l'elemosina solo per 1