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Visualizzazione dei post da giugno, 2009

La sindrome giapponese

Intervista a Krugman Fonte: the guardian Will Hutton. Lei sostiene che quel che è accaduto in Giappone potrebbe ripetersi in Usa e Regno Unito o, forse, per l’intera economia mondiale. Ricordiamo che il pil giapponese, quest’anno, sarà pari a quello del 1992: 17 anni perduti, insomma. Paul Krugman. Sì, non credo che il pericolo si sia allontanato troppo. Certo si è ridotto il pericolo di una Grande depressione. Ma nel primo anno la crisi è stata assai peggiore che negli anni Novanta in Giappone. W.H. Ma qual è la ragione di tanto pessimismo? Uno potrebbe risponderle: caro Krugman, il Giappone è un caso a parte. È un’economia votata all’export con una moneta molto sopravvalutata. Soprattutto, la risposta dei politici è sempre stata in ritardo, cosa che non è avvenuta a Londra o negli Usa. P.K. La realtà è che in Giappone si è fatto quel che si è soliti fare di fronte a una recessione: tagliare i tassi fino a quota zero, ma non è stato sufficiente a far ripartire l’economia. E da noi, an

Correva l'anno scolastico 1975/1976

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Correva l'anno scolastico 1975/1976. Eravamo messi così alla Tesoriera; in posa sorridenti e belli in attesa degli eventi che ci avrebbero proiettati definitivamente nel mondo degli adulti. La VaB dell'ottavo liceo scientifico di Torino si preparava all'esame di maturità. Io sono il quarto partendo da sinistra nella fila di quelli seduti per terra. Sono vicino ad Enrico e ad Andrea. Claudio è un po' più in sù. Non ricordo bene le date (sono passati 34 anni) ma qualche settimana dopo fui espulso da scuola per le botte date ad un paio di fascistelli durante le ore di lezione. Ricordo che li andai a prendere in classe, davanti ai professori esterrefatti, ed insieme ad altri compagni li sbattemmo fuori dai cancelli. Il giorno prima erano venuti a cercarci con un po' di camerati. Uno di loro estrasse una pistola e ci minaccio'. Carmine Gatta (morto ammazzato da un balordo sotto casa sua qualche anno dopo) scappò sopra un tetto quel giorno, con gli al

Scodinzolini

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Ma è sempre lo stesso uomo? Si, la differenza la fanno gli anni trascorsi (15) tra l'ultima dichiarazione e quella del 1994, le esperienze fatte, e la voglia di stare lì a leccare il culo del potente di turno. Il problema è che ad uno così, nel mio piccolo, io pago un pezzo del suo ricco stipendio. Il casino è che questo entra nelle case della gente e plasma la percezione che costoro hanno della realtà. Ora, uno può benissimo cambiare opinione. Quello che insospettisce è il modo, il contesto in cui tutto questo accade ed il potere che esercita con le sue funzioni "pubbliche". Quando lo incontrate, se mai vi capiterà, chiamatelo "Scodinzolini" lui capirà perché. "Accade -ha detto Minzolini- che semplici ipotesi investigative e chiacchericci si trasformino in notizie da prima pagina nella realtà virtuale dei media o per strumentalizzazioni politiche o per interessi economici. E' avvenuto in passato, come ricorderete, quando si tentò di colpire il presid

E se fosse solo un coglione?

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C'è un po' di gente, in rete, che si spende per cercare di capire quali siano i poteri occulti che stanno riducendo il Berlusca ad una specie di zimbello ambulante. La stessa domanda, forse, se la dovevano fare per Sircana quando fu fotografato nell'atto di chiedere "informazioni" (perché si era perso?) ad un trans su una strada di Roma. O a Lapo che sveniva strafatto di fronte ad una attempato e molto professionale, oltre che famosissimo qui a Torino, "prostituto". E se, semplicemente, non fossero altro che la rappresentazione di coglioni? Solo normalissimi coglioni, con in più l'aggravante del fatto che prima o poi, data la notorietà, qualcuno/a con la voglia di raccontare come tromba il Berlusca, o come rende con le calze a rete il Sircana, lo si trova. Io credo che l'uomo, da un pezzo, rappresenta un bel problemino per il "potere" in senso lato. Lo rappresenta per le intemperanze e per la fase irreversibile di morte cerebrale a c

Autorevoli cazzate sulla crisi e sui respingimenti

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Credo sia illuminante (si fa per dire) leggere commenti di questo tipo sulla crisi finanziaria: Ma è bene aver presente (e con questo arriviamo al secondo punto) che questo "voler troppo" che ha portato alla crisi finanziaria non è stato solo dei finanzieri . O quantomeno bisogna ammettere, per onestà intellettuale, che non ne hanno beneficiato solamente loro. Ha voluto troppo anche il neodiplomato che si era comprato la Golf e non aveva idea di come pagare la maxirata finale . Ha voluto troppo la coppietta che " prendiamo questa casa che è tanto carina, tanto i tassi del muto sono bassi ". Ha beneficiato, indirettamente, del voler troppo anche l'operaio che ha trovato lavoro per soddisfare l'"eccesso di domanda" . Permettetemi una banalizzazione: se dal "voler troppo" avessero beneficiato solo i finanzieri, dalla crisi adesso perderebbero solamente loro . Questo non vuol dire chiaramente, è colpa di tutti, e quindi colpa di nessuno. Il p

I fascisti sono già qui?

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Da :http://www.autistici.org/macerie/ la cronaca di una normale gestione "democratica" del dissenso nelle aule dei tribunali. Post 1- 10 giugno.   «Pronto? Padalone! Come stai? E lo so, lo so che gli hanno dato l’obbligo di firma. Non ti preoccupare che questo ora lo aggiusto io» . Con queste affettuose parole un giudice del Tribunale di Torino si rivolgeva, al telefono, a un arcinoto Pm. E chissà quante altre volte battute come queste sono state scambiate in quel palazzo. Ma questa volta la conversazione avviene sotto gli occhi, esterrefatti, di un giovane avvocato che si trovava nell’ufficio del giudice per cercare il faldone del processo sui fatti di piazza Rebaudengo che, caso strano, vede tra gli imputati proprio un compagno che era appena stato scarcerato con obbligo quotidiano di firma. Alla richiesta dell’avvocato se, per caso, stesse parlando del processo di piazza Rebaudengo, il giudice si accorge di aver detto una gravissima stronzata e balbetta qualcosa su un proc

Non votate il referendum che sarebbe piaciuto a Benito Mussolini

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Non la farò lunga sulla questione, mi limito solo ad osservare che se uno ha intenzione di rimettere mano ad una riforma, che è stata definita una porcata, non lo fa mettendo in piedi un referendum che sancisce definitivamente la morte della politica e spinge verso un sistema che di democratico non ha nulla. Che come unico obiettivo ha la negazione di quel minimo di rappresentanza a chi, in parlamento, rappresenta istanze che stanno fuori dal gioco degli schieramenti. Ma voi che contestate il cesarismo di Berlusconi vi sentireste al sicuro in un sistema che consente di avere la maggioranza per poter fare quello che si vuole pur rappresentando, in realtà, 20 italiani su 100? Se avete voglia di rinfrescarvi la memoria date un'occhiata a quello che combinò l'onorevole Acerbo. Correva l'anno 1923. Fonte:MSN encarta "L egge Acerbo  Legge di riforma elettorale emanata il 18 novembre 1923. Elaborata da  Giacomo Acerbo , deputato fascista e sottosegretario alla presidenza del

Se fai domande a quelli del PD ti menano

Possiamo discutere fino alla noia su quelle che dovrebbero essere delle "brillanti" strategie per impedire che la marea nera sommerga tutto. Le anime belle della sinistra riformista (sinistra?), di quella che strilla alla Di Pietro o che cerca di spalare le macerie contribuendo a farne di più aprendo nuovi cantieri (tanto per essere ecologisti) ci fornisce ogni giorno la prova che la traversata nel deserto sarà lunga. Solo quando le nostre e le loro ossa saranno calcinate dal sole e le minchiate scritte preda di insetti onnivori, solo allora cancellate le tracce residue che lasceremo altri riprenderanno la strada. Se date un'occhiata al video che precede questo post avrete l'impressione di essere in uno di quei contesti in cui se fai una domanda che non piace non ti sparano solo perché dovrebbero poi giustificare il tuo cervello spiaccicato sul muro a qualche milite dell'arma. La sensazione è quella di una cricca di camorristi che si parla addosso. Solo sensazione

L'analisi del voto, il resto sono seghe mentali

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Confesso che sono combattuto tra una esposizione seriosa ed analitica dei dati elettorali ed una modello TarroTamarro, una di quelle che fa poco fine e non impegna. Fatta grattandosi le palle sudate dopo una giornata faticosa alla ricerca di un lavoro,stravaccato ansimante ed incazzato nero sul divano di fronte al televisore, con la finestra aperta ed i rumori metallici di questa cazzo di città che ti perforano i timpani e non ti fanno dormire. Quest'ultima sintesi perfetta della lotta quotidiana tra la razionalità superstite e gli umori viscerali da macellaio e probabile Killer di impiegatucci inconsapevoli.Insomma da uomo del popolo come sono, uno di quelli che in tempi andati tanto faceva arrapare le compagne in trasferta dalla collina torinese qui nei bassifondi della periferia industriale, brutta e polverosa. Iniziamo da una considerazione ovvia ma che in tanti fanno finta di non vedere o nascondono dietro a sofisticate ed ardite elaborazioni dialettiche. I nazifascisti della

Lui si è astenuto perché troppo impegnato a fare altro

In attesa di fare le consuete considerazioni post elettorali e commentare i commenti (mitico Franceschini che dice che Berlusconi è in minoranza) vi lascio la traccia di uno che sicuramente non è andato a votare perché, in questa città, è impegnato a fare altro. Anche su questo rifletteremo e sapremo dire (?). Fonte:http://www.autistici.org/macerie Abbiamo letto qua e là su internet un testo bello, che parla chiaro, senza fronzoli ideologici, riguardo ad alcuni avvenimenti dell’ultima settimana di maggio. Ve lo riproponiamo con piacere Razzismo . Martedi mattina ero indeciso su cosa fare durante la giornata. Ancora assonnato scendo al bar sotto casa per prendere il caffè e leggere il giornale, e tra me e me penso di dedicare un po’ di tempo all’università e un po’ all’allenamento, alla mia vita insomma. Ma fingere di non vedere il mondo che ci circonda è oramai sempre più difficile. “Dovete essere puliti per entrare qui! Ma perché non andate lontano, in un altro bar?”, dice un italia

Vendere il pane ad 1€ al KG

Partiamo da qualcosa di simbolico. Distribuire e vendere il pane ad 1€ al Kg. Quello che vi propongo è l'esperienza fatta dai compagni di Rifondazione e del partito sociale (che è una loro diramazione) che su questo hanno iniziato un lavoro che inizia a dare i suoi frutti. Non nego che ho qualche perplessità su qualche aspetto di natura "economica/gestionale", ma andiamo al sodo. Il punto è partire tessendo una tela che da un filo (il pane ed il suo prezzo di vendita) sia spunto di aggregazione delle persone e loro coinvolgimento su una questione da cui si parte, poi, per fare politica, militanza, consenso e conflitto. Io ho iniziato a farmi coinvolgere in questa iniziativa ed ho l'obiettivo, qui a Torino, di allargarne un pò gli orizzonti. In soldoni creare una struttura di "botteghe popolari" stanziali ed accessibili in giorni specifici ed orari in linea con le esigenze di mobilità di chi lavora, in cui siano organizzati degli spazi di vendita con prodott