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Visualizzazione dei post da aprile, 2011

Campo profughi AIDA - Cisgiordania

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Ci sono 5.500 persone che vivono in un'area di 3-4 km quadrati, il 60% di costoro sono bambini dai 0 ai 17 anni. Quando i palestinesi giunsero in quel territorio, in fuga dalla pulizia etnica messe in atto dagli israeliani, una signora offrì loro le terre in cui oggi vivono. Gestiva un caffè e si chiamava AIDA. A lei è dedicato il campo. C0'è una scuola in quel campo, ospita 1400 studenti.  Il sistema elettrico da quelle parti è messo così male che se in tre decidono di accendere lo scaldabagno salta la corrente a tutti.L'acqua vi arriva un giorno solo ogni due (2) settimane.Viene gestita dagli israeliani e gli abitanti di quel campo si affidano al loro "buon cuore".

Correre, la riunione

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Arrivarono infine. Il pueblo era un agglomerato di poche case. Basse abitazioni di mattoni con tetti in lamiera.  . Niente elettricità, niente acqua, niente bagni. Minuscoli appezzamenti di terra spuntavano tra una baracca e l’altra. Vi crescevano, in mezzo al mais, fragili piantine di fagioli rampicanti e grosse zucche arancioni. Un cane scheletrico l’annusò scodinzolando pigramente. Lo guardò con disgusto. Quel cane rognoso era pieno di zecche e piaghe. Alcune galline razzolavano là intorno, un maialino grufolava dentro ad un recinto di pietra. Frotte di bambini scalzi le corsero incontro. Ninos allegri e festosi. Pelle bruna, quasi olivastra, statura piccola, capelli neri. Un po’ in disparte alcune ragazzine un po’ più grandi. Sulla schiena, avvolti dentro un telo di stoffa annodato sul petto, neonati con la pelle scurita dal sole. Già madri, senza esserlo davvero.

Notizie dal Subcomandante Marcos

COMUNICADO DEL COMITÉ CLANDESTINO REVOLUCIONARIO INDÍGENA-COMANDANCIA GENERAL DEL EJÉRCITO ZAPATISTA DE LIBERACIÓN NACIONAL. MÉXICO. ABRIL DEL 2011. “Un habitante de Los Pinos contempla un atroz crimen, Se desentiende por un año, Cambia de puesto a los muebles que Juegan a ministros y funcionarios Y se refugia en culpable silencio, El descastado, en su afán de conservar La silla que lo monta. ¿Qué le daremos Daré? Y nuestro niño médico de almas prescribe: Un corsé de dignidad que la espalda le enderece, Gotas de verdad para los ojos, Tabletas de honradez (pero que no se las meta en los bolsillos), Inyecciones de dignidad que no se compra con dinero Y el reposo absoluto de sus corruptos hábitos. Aíslenlo, su enfermedad es contagiosa”. Juan Carlos Mijangos Noh. (Fragmento de “49 Globos”, en memoria de l@s 49 niñ@s muert@s en la Guardería ABC de Hermosillo, Sonora). AL PUEBLO DE MÉXICO: A LOS PUEBLOS DEL MUNDO: A LOS ADHERENTES A LA SEXTA DECLARACIÓN DE LA SELVA LACA

Correre, il villaggio

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Aveva temuto che le avrebbe rovesciato addosso una serie ininterrotta di imprecazioni e urla. Invece no. La rabbia fredda con cui l’aveva affrontata l’aveva scossa più di quanto lo sarebbe stata se le avesse gridato contro. Era rimasta in silenzio mentre lo vedeva allontanarsi e poi sparire nella giungla. In fretta aveva indossato abiti puliti, sparpagliando intorno a sé oggetti, fogli, cosmetici, biancheria. Aveva raccolto freneticamente il contenuto della sacca, gettando

NebbiaeKiller- 1

Si voltò dall'altra parte, disturbato da quel rumore puntuale come tutte le mattine. Immaginò il corpo di sua moglie alzarsi nel chiarore dell'alba. Quel giorno non avrebbe portato nulla di nuovo.Strinse gli occhi più forte. Maledisse quel rumore. Voleva tornare ai suoi sogni nel buio immaginario dove tutto si formava secondo i suoi desideri. Che cazzo si poteva aspettare. Le solite cose. Intanto l'assenza del discutere, di qualcuno, umano,

Correre, il sentiero

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Una che voleva fare il bagno pensando di stare in piscina. Questo gli era capitato.  - Io vado, quando hai finito segui il sentiero davanti a te.  Le urlò con gusto queste parole sapendo già, in cuor suo, che avrebbe rallentato il passo. Raccolse le sue cose e si incamminò senza attendere oltre. Il sentiero non era battuto da tempo, questo aveva fatto crescere la vegetazione che rendeva il tragitto più faticoso all'apparenza. La nebbia era andata via,

Correre, la partenza

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Il sole con i suoi raggi filtrò dagli alberi. Non era caldo e la luce intorno aveva la colorazione del rosa, quel momento che precede una giornata tersa ed afosa. La guardò uscire dal sacco a pelo.Era già diversa e l'aria era quella di una messa sotto da un trattore. Le si avvicinò con un bastone in mano. - Segui queste regole, risparmieremo tempo.Quando fai i tuoi bisogni batti il terreno intorno con questo bastone, ti eviterà visite sgradite da parte di serpenti e roba così. Cerca di metterci poco tempo in quelle cose, ti risparmierai le formiche. Qui arrivano subito se c'è da mangiare. In fondo al sentiero c'è un lago, lì ti puoi lavare. Spezza in  due una canna di bambù, sfila un filo ed usalo per pulirti i  denti tra gli interstizi. L'interno nella parte più morbida lo puoi usare per lavarti i denti se non hai dentifricio.Non perdere troppo tempo a lavarti il viso, lo sporco filtra i raggi del sole ed evita che tu ti possa scottare. Magari se ci metti un po' di

Vamos a Gaza!

VAMOS A GAZA! Después del asesinato de Vittorio Arrigoni una amplia asamblea de diferentes activistas en Roma el día 21 de Abril acordó una firme necesidad y un amplio consenso de ir a Gaza. La decisión tomada en dicha asamblea quiere empezar este proceso mediante el intercambio de los siguientes puntos: - Queremos ir a Gaza a través del paso fronterizo de Rafah con todos y todas que en el mundo quieren gritar en voz alta lo que Vittorio solía decir: "Seguimos siendo humanos!” Queremos que la frontera con el Egipto de la era post Mubarak se convierta en un cruce que rompa el asedio que desde demasiado tiempo sufre la población de Gaza. - Queremos ser en Gaza el 15 de Mayo, día del primer mes de aniversario de la muerte de Vittorio y, también , día de la Nakba. Día en el cual miles de jóvenes palestinos quieren volver a las calles para exigir el fin de la ocupación y pedir una nueva unidad que ponga un fin concreto y real a la división interna de la Autoridad Palestina.

25 Aprile ed antifascismo

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I nipoti dei fascisti si rifanno vivi quando si arriva al 25 Aprile. Oltre alle solite bravate da superuomini come quelle messe in campo in Lombardia (bruciare qualche stele commemorativa) si danno da fare con sproloqui del tipo: "non c'era una parte giusta in cui combattere", oppure "i partigiani non sono eroi, molti di loro banditi". Ecco, io credo che  a questa spazzatura un pò di soddisfazione bisogna darla. I partigiani non volevano essere eroi. Volevano semplicemente liberare il proprio paese mettendo in gioco la loro pelle. Loro lo hanno fatto, tantissimi no. Erano anche banditi, sicuramente. Come lo sono tutti coloro i quali in condizioni estreme lottano per liberarsi da un sistema che aveva ridotto l'Italia con le pezze al culo. Quel tipo di banditi che ci piacciono tanto.

Correre, la notte

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Assaggiò quello che aveva messo a bollire. Ci voleva un po' di stomaco, ma meglio di niente. Prese la sua parte mangiando direttamente nella scodella in cui aveva cucinato quell'intruglio. Raccolse il resto e si avviò verso di lei. - Questo è per te, ti consiglio di metterlo nello stomaco. E' meglio di quel pezzo di cioccolato che stai masticando. Io vado a dormire, quando hai finito buttaci un po' di terra nel pentolino, lo laverò al fiume io domani mattina. Si voltò ed andò via incurante della sua reazione. Si tolse solo la camicia e la maglietta che arrotolò e mise come un cuscino sotto la testa.Guardò in alto. La nebbia copriva quasi tutto ormai, il cielo era nascosto così come le cime degli alberi. Le scimmie e gli uccelli iniziarono i loro canti. Il fuoco rischiarava lo spazio intorno. Avvertì qualche brivido, faceva freddo a quell'altitudine. Ricordò i racconti sulle azioni dell'esercito in quelle zone. Di come rastrellavano la gente e la spingevano fuor

Correre, l'accampamento

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La nebbia li avvolse in un abbraccio umido. La coltre lattiginosa inghiottì repentinamente le cime degli alberi, si insinuò tra il fogliame fitto, cinse i rami più bassi. Il cuore cominciò a batterle furiosamente nel petto. La nebbia l’accerchiava, avvolgendola in un sudario caldo che la opprimeva. Non scorgeva nulla. Solo la macchia colorata della camicia del suo compagno. Suoni ovattati, fruscii, scricchiolii ad inquietarla. Le vennero in mente dei versi, reminiscenze lontane : - Nascondi le cose lontane,tu nebbia impalpabile e scialba,tu fumo che ancora rampolli, su l'alba….- Era questo che stava cercando di fare? Tenere lontano il passato? Aveva circoscritto il suo mondo in un presente sicuro, protetto dalla vita. Una prigione dorata che la riparava e la nascondeva. E poi…e poi, l’inquietudine ed il malessere si erano impadroniti delle sue certezze, avevano ingigantito le sue paure, l’avevano trascinata in un vuoto fatto di nulla.   Un fischio sommesso la fece trasalire, rip

Correre,pensieri

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L’oscurità sopraggiunse senza alcun preavviso. La cosa l’inquietava. Il mondo intorno era una cacofonia di suoni e voci che si rincorrevano. Rabbrividì allungando il passo. Questa volta non si sarebbe lasciata distanziare. - Non qui, con gli spiriti di generazioni di Lacandòn a farmi compagnia- scherzò tra sé. Conosceva molte delle leggende che attraversavano quei luoghi. Ogni pietra, ogni albero raccontava di storie antiche sfociate nella eternità del mito. Guardò le stelle accendersi, una dopo l’altra. Lo spettacolo del cielo stellato le tolse il fiato. Mai l’aveva visto così blu, mai così luminoso. Individuò il Grande Carro. Prolungò lo sguardo fino a scorgere la Stella Polare, l’astro più luminoso dell'Orsa Minore. Il suo compagno rallentò il passo lasciandole il tempo di assorbire l’emozione del momento. Apprezzò quella gentilezza inattesa. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Correva lungo il sentie

Correre, il risveglio

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ll tempo sembrò fermarsi. Immobile lasciò che lo sguardo vagasse sul lussureggiante intreccio della macchia arborea. La luce del giorno che moriva regalava riflessi cangianti alla giungla che si stendeva a perdita d’occhio davanti a loro. Riconobbe la macchia rosso scuro dei caoba e dei cedri, gli alti e flessuosi chicozapote, gli alberi della gomma sul cui tronco si sovrapponevano le ferite delle ripetute incisioni, i piccoli sapote dai frutti dolci e succulenti, gli alti ceiba a cui la mitologia messicana aveva affidato un ruolo sacrale. – Tierras calientes – mormorò rapita. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- La bocca impastata, formicolio alle gambe. Prime sensazioni del risveglio. La difficoltà nel mettere a fuoco l'ambiente circostante, si stropicciò gli occhi. Il freddo dell'immobilità. Si stirò spingendo le braccia davanti a sè, intrecciò le mani, provò a riprendere il contro

Correre, l'incontro

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Si chiese, per l’ennesima volta, perché fosse là, così lontana dalla sua vita abituale. – Un altro mondo – sbuffò. Non aveva la risposta nemmeno questa volta. Era da tempo che non sapeva rispondersi. – Forse perché non mi pongo le domande giuste – concluse. Indispettita riprese la corsa. Avampiede, tallone…avampiede, tallone… trovò infine l’andatura giusta e i pensieri molesti svanirono, assorbiti dal ritmo della corsa. Avvertì il pendio farsi più dolce. Sbucò in una radura e lo vide, disteso sull’erba, il viso rivolto alla carezza del sole, gli occhi chiusi. Si avvicinò col fiato ancora grosso, pronta al litigio. Lui dormiva, completamente abbandonato al sonno. Disarmata gli si sedette accanto e restò a guardare l’orizzonte che si tingeva di rosso.

Correre, la sosta.

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Il torpore avvolse i suoi sensi lentamente. Sentiva venire meno la percezione delle cose. La mente si proiettò in una dimensione in cui il dolore fisico si diradava. La sensibilità del tatto, dell'olfatto e dell'udito avvolti in una coperta.  Tutto veniva avvertito distante.Gli occhi chiusi come una barriera alle sollecitazioni della luce.I pensieri svanirono, i rumori diventarono una dolce nenia in grado di addormentarlo. Ebbe la sensazione di elevarsi rispetto al terreno. Stava bene in quel tunnel fatto di niente con il paesaggio immobile intorno; l'erba  il suo profumo in attesa del suo risveglio. Viaggiava così verso il sogno. Il suo cervello si muoveva elaborando immagini, le sue palpebre iniziarono a muoversi freneticamente, qualche movimento del corpo, la ricerca di una posizione più comoda. I volti si accavallarono improvvisi,con loro immagini confuse e colori solo percepiti, indefinibili. Mentre lui dormiva  la vita scorreva come sempre, la polvere alzata dai s

L'uomo cane e la fedeltà

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Si dice che il cane sia l'amico più fedele dell'uomo. Ora, il concetto di fedeltà è una cosa che mi irrita. Presuppone, al fondo, l'incapacità di vivere un rapporto con l'animosità necessaria affinché sia un rapporto fertile. Nella fedeltà c'è pigrizia, c'è la difficoltà a mettersi sullo stesso piano. Ed i cani sono fedeli. Così dicono.  I cani, in quanto animali, hanno però delle scusanti. Loro non vivono questo loro particolare modo di essere  in modo cerebrale. Non ci ragionano sopra. Magari sono disposti a tornare dal padrone anche se questo gli molla un calcio sui coglioni. La tragedia è quando s'incontra l'uomo cane. Si quella specie di barboncino che uno si porta dietro se necessario alleviare il senso di solitudine. Non è un amico,  si badi bene, è solo uno che ha subito qualche trauma incofessabile e che sente la necessità di superare la cosa attacandosi quanto più possibile alla causa dei suoi mali. http://www.youtube.com/watch?v=mT6cjziaO8M

Le facce

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Riesce difficile parlare di Vik, di quelli che come lui hanno speso la loro vita per una causa. Ieri ho partecipato alla commemorazione di Miccichè. Un operaio di 25 anni che nel 1975 fu ucciso a Torino, durante un'occupazione di case, da una guardia giurata. Un colpo di pistola tra gli occhi e la sua vita finì. Quello che mi imbarazza è leggere il modo in cui la vita di questi compagni viene usata. Hanno un comune denominatore, durante la loro vita fanno fatica a farsi ascoltare, le loro azioni vengono viste come quelle di isolati estremisti, fanatici. Quando fai puntano il ditino su di te. Ti giudicano, scrivono frasi vaporose che cercano di rompere quell'immagine di cavaliere solitario ed errante. Ti prendono per il culo. E' evidente che non parlo di chi con loro condivide ideali, modalità di lotta e (con tutti i limiti) si applica nella propria vita cercando in qualche modo di essere coerente con principi ed orizzonti ideali. Parlo di quelli che accendono il lumino,

Correre, la discesa

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La discesa, si preparò ad affrontarla concentrandosi, sapeva che un passo falso poteva voler dire cadere, irrigidì i muscoli, cercò di scacciare i pensieri, cambiò postura e si avviò, il sole, la polvere, il sudore, la fatica, si sentiva bene, non vedeva tracce di erba, solo sassi, correva veloce, come a scacciare fantasmi, ricordò le parole, le sensazioni, come aveva deciso, quel giorno camminando per strada, nella sua città, tra gente sconosciuta, i marciapiedi pieni di folla, neanche uno sguardo a sfiorarlo,l'indifferenza, le vetrine e le luci, la merce abbondante, i sorrisi stereotipati, i semafori a regolare il flusso, non quello dei pensieri, quello della gente, la gente, i loro movimenti, la lentezza e la frenesia, poi si accorse di lei, la vide di sfuggita, diversa, calda, sconosciuta, distante, era da tanto che cercava, e la vide lì, tra la folla, tra le sue cose, la seguì, gli piaceva come si muoveva, la leggerezza dei suoi gesti, i capelli sciolti, ne immaginò il profumo

Il mio viaggio nelle immagini che ho scattato

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Vittorio Arrigoni ed i testimoni scomodi

Vittorio e' morto. Vivi la tua vita intensamente, come in una pellicola cinematografica le emozioni si alternano. In sala gli spettatori ti osservano mangiando il loro pacchetto di popcorn.Ogni tanto fanno "Oohhh". Partecipano emotivamente, si asciugano una lacrima. Poi tornano alle loro cose. Ai loro sorrisi ed alla loro vita. Tu sai che per quanto ti sforzi non potranno mai capire la differenza tra esserci e stare ai margini come spettatori.  Poi la pellicola finisce, il nastro velocemente si riavvolge, qualcuno lo rimette sullo scaffale, e qualcuno  lo riprenderà per capire. E tu rivivrai. Vittorio e' morto, e non posso non pensare a chi rimane. Ma non a voi.Piango e penso a chi porto nel mio cuore.Gente anonima, testimone di fatti che con l'incoscienza dell'essere giovani stanno li', sporcandosi le mani, dalla parte giusta. Ce ne sono, cazzo se ce ne sono. Scrivono documenti incredibili su esperienze di vita per molti incomprensibili. Passano il temp

Liberate Vittorio Arrigoni

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http://www.youtube.com/watch?v=NBgI_QWgXaI&feature=share http://www.youtube.com/watch?v=SblB2O7AfP4&feature=related

Correre

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Inizio' a correre lungo il sentiero guardando fisso davanti a se', l'erba bassa gli toccava le caviglie, i sassi gli pungevano la pianta dei piedi, pensava al suo passato ed a quanto fosse distante in quel luogo, pensava alle sue azioni, a come aveva vissuto fino ad allora, la corsa era leggera, il paesaggio intorno colorato da una luce lieve che il sole del primo mattino faceva trasparente, la rugiada  ogni tanto  sfiorava   i suoi polpacci, le prime gocce di sudore iniziarono a imperlargli la fronte, ansimava, ma non sentiva dolore nei polmoni, il ritmo dei suoi passi con il procedere diventava sempre piu' armonioso, guardo' di lato, gli animali che incrociava lo guardavano stupiti, lui solo in quel luogo, ripercorse con la mente gli ultimi giorni, a come aveva preso quella decisione, accelero' il passo, senti' la fatica, il dolore nel costato ma guardo' ancora davanti a se', la liberta' costava fatica e non faceva sconti, un  groppo alla gola

Xanica- Oaxaca, Mexico

Questo il lavoro svolto dai compagni del nodo solidale , ho avuto la fortuna ed il privilegio di conoscerli e li porto nel cuore. INTRODUZIONE I collettivi europei Nodo Solidale (Roma), il Collettivo Zapatista “Marisol” (Lugano) e Nomads di XM24 (Bologna), che formano la PIRATA (Plataforma Internacionalista por la Resistencia y la Autogestión Tejiendo Autonomías) , hanno organizzato una Brigata di osservazione sulle violazioni dei diritti indigeni nella comunità di Santiago Xanica, Oaxaca, alla quale hanno partecipato anche un'attivista francese e una dello Stato Spagnolo. La Brigata ha visitato il Municipio e i suoi dintorni, da lunedì 14 al successivo 21 marzo 2011, raccogliendo voci e immagini delle persone che stanno subendo le suddette violazioni. Il lavoro si è svolto intervistando gli/le integranti dell'organizzazione locale Comitato di Difesa dei Diritti Indigeni (CODEDI) 1  ed alcuni abitanti, esaminando documenti e attraverso riunioni di genere con le don

Narcos

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Mazatlan e' una citta' con un quartiere coloniale bellissimo, da tempo e' abitata da canadesi e yankee che vengono qui a svernare.  Ha una spiaggia lunga 25 km., un paio di isole di fronte, delfini e balene che transitano al largo. L'ho frequentata per giorni, sono andato a dormire in un quartiere un po' cosi' e li' ho vissuto giornate "intense". Al mattino il sole non ammette che tu poltrisca nel letto, e' forte, caldo e mette addosso voglia di muoversi. C'è l'abitudine di vendere i giornali con lo strillone che, in pratica, ti fa l'elenco delle notizie piu' importanti. E qui sono per lo piu' notizie di morte. L'esercito pattuglia la citta' costantemente, cosi' fa la polizia federale, quella comunale e quelli addetti alla prevenzione del crimine. Li vedi girare sulle loro camionette scoperte, con le mitragliatrici sul tetto ed i mitra nella tua direzione. La pretesa e' quella di rassicurarti, la voglia che

Saviano....ma vai a cagare, va'

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http://www.youtube.com/watch?v=RweqkHM0VVw&feature=player_embedded#at=170

Tierra y Libertad - Emiliano Zapata

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Guatemala Y Mexico

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Lavoratori stagionali e vite che non valgono nulla nel mercato delle braccia

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Salgo sul pullman assonnato, la sveglia mi ha buttato giu' dal letto nonostante la resistenza di buona parte del mio corpo. A Tepic il tempo è fresco, il cielo azzurro e decine di poliziotti armati fino ai denti si muovono per la citta'. Vado al fondo e mi siedo vicino ad un tipo con una bandana verde in testa, un paio di occhiali neri ed il corpo tatuato in lungo ed in largo. "Mucho gusto hermano, mi nombre y Mario"  - " Mi placer, Nestor" Insieme a lui una decina di persone occupano i posti davanti a noi. Sono giovani ed anziani. " Da dove arrivi?"  " Da Ermosillo, siamo lavoratori stagionali e torniamo a casa" " Ella   ha   ganado   mucho   dinero ? " No, non abbiamo guadagnato nulla, il padrone ci ha cacciati" Lo guardo interdetto, lui alza i suoi occhiali sulla fronte mi fissa ed inizia il suo racconto. " Siamo arrivati nella tenuta di Ermosillo di sera, si chiama vignedos 2000. Ci hanno alloggiati in una s